Una puntata a base di complotti, oceani a rischio e batteri "energetici". Si parte dall'inghilterra con l'allarme lanciato dall'IPSO ad Oxford sullo stato di salute degli oceani per poi passare per la Svizzera facendo due chiacchiere con Paolo Attivissimo, il cacciatore di bufale della Radio della Svizzera Italiana che ci spiega perché non sia possibile prendere sul serio le scie chimiche. Infine andiamo oltre oceano ed incontriamo il misterioso ed affascinante mondo dei batteri che questa volta si scoprono essere potenziali fonti energetiche alternative.
L'ospite di questa trasmissione
Paolo Attivissimo scrittore e giornalista informatico, conduttore della trasmissione Il Disinformatico della RSI, autore di dieci libri di informatica divulgativa, autore del blog Disinformatico.info (premio Macchianera 2008 e 2009 per il miglior blog tecnico-divulgativo di lingua italiana), consulente di RSI, Mediaset e RAI e conferenziere su nuove tecnologie, cospirazionismi, bufale e disinformazione mediatica. Gestisce il Servizio Antibufala (oltre 8 milioni di visite dal 2003) e scrive articoli per La Borsa della Spesa, Wired.it e Le Scienze. Presidente del CICAP Ticino. Nato a York (GB) nel 1963, vive a Lugano con moglie, figlie, 2,5 gatti e 7 computer. Libro più recente: "Luna? Sì, ci siamo andati!" (risposte ai dubbi sugli sbarchi lunari)
23 giugno 2011
21 giugno 2011
Oceani sull'orlo del collasso
La notizia del giorno è di quelle che fanno tremare i polsi. Ventisette esperti di calibro internazionale provenienti da sei Paesi si sono riuniti ad Oxford tracciando scenari inquietanti per quel che riguarda la sopravvivenza di molte specie marine. Gli oceani stanno morendo e lo stanno facendo in gran fretta. Secondo gli esperti la colpa è dell'abbassamento del pH, conseguenza dell'aumento delle emissioni di CO2. “L'esito è scioccante – ha dichiarato Alex Rogers direttore scientifico del programma internazionale sullo stato degli oceani (Ipso-International Programme on the State of Ocean) “L'effetto cumulativo di tutte le attività umane sugli oceani ha implicazioni molto più gravi di quanto ciascuno di noi si fosse reso conto fino ad ora nel proprio specifico settore”.
Si prospettano tempi brevissimi. Una generazione, poco più, in termini di tempo vuol dire che abbiamo circa un decennio per ridurre drasticamente le emissioni come spiega lo stesso Rogers:
Si prospettano tempi brevissimi. Una generazione, poco più, in termini di tempo vuol dire che abbiamo circa un decennio per ridurre drasticamente le emissioni come spiega lo stesso Rogers:
19 giugno 2011
Shewanella oneidensis: il batterio che produce energia elettrica
Fonte: repubblica.it
LE BATTERIE di domani potrebbero avere un cuore vivente. Un team dell'Università dell'East Anglia (UEA) 1, in collaborazione con il Pacific Northwest National Laboratory 2 negli Stati Uniti, ha infatti mostrato per la prima volta l'esatta struttura delle proteine che permettono ad alcuni batteri di muovere cariche elettriche all'esterno della membrana cellulare. La scoperta, pubblicata sui prestigiosi Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS 3) è un nuovo importante passo verso applicazioni rivoluzionarie. Gli scienziati sperano infatti di poter "legare" questi batteri a degli elettrodi per creare delle efficienti bio-batterie, o addirittura sfruttarli per il risanamento di siti contaminati da metalli pesanti. "E' un eccitante progresso nella nostra comprensione di come alcune specie batteriche muovano gli elettroni dall'interno all'esterno di una cellula" ha dichiarato Tom Clarke, coordinatore del progetto presso la Scuola di Scienze Biologiche all'Università dell'East Anglia.
LE BATTERIE di domani potrebbero avere un cuore vivente. Un team dell'Università dell'East Anglia (UEA) 1, in collaborazione con il Pacific Northwest National Laboratory 2 negli Stati Uniti, ha infatti mostrato per la prima volta l'esatta struttura delle proteine che permettono ad alcuni batteri di muovere cariche elettriche all'esterno della membrana cellulare. La scoperta, pubblicata sui prestigiosi Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS 3) è un nuovo importante passo verso applicazioni rivoluzionarie. Gli scienziati sperano infatti di poter "legare" questi batteri a degli elettrodi per creare delle efficienti bio-batterie, o addirittura sfruttarli per il risanamento di siti contaminati da metalli pesanti. "E' un eccitante progresso nella nostra comprensione di come alcune specie batteriche muovano gli elettroni dall'interno all'esterno di una cellula" ha dichiarato Tom Clarke, coordinatore del progetto presso la Scuola di Scienze Biologiche all'Università dell'East Anglia.
18 giugno 2011
Il biogas come fonte rinnovabile
La gioia per la vittoria dei referendum è tanta. La bocciatura delle logiche neoliberiste di privatizzazione e sottomissione dei territori e delle nostre stesse vite alla logica perversa dell'accumulazione capitalista è sicuramente un evento di portata storica che apre scenari nuovi e molto interessanti.
Ma per chi vede la cosa dal punto di vista della libera informazione e si è speso per la campagna di sensibilizzazione sulle questioni dell'acqua e del nucleare, c'è un altro fatto positivo. Non dobbiamo più parlare di quanto siano pericolose le centrali nucleari, degli effetti delle radiazioni, dello iodio radioattivo e dei suoi effetti sulla tiroide.
Ora è arrivato il momento di parlare di energie rinnovabili, quelle pulite, quelle che possono esser prodotte in locale e sfuggire alla logica dei grandi monopoli. Quelle che ci piacciono insomma. La puntata di mercoledì parlerà di questo.
Ma per chi vede la cosa dal punto di vista della libera informazione e si è speso per la campagna di sensibilizzazione sulle questioni dell'acqua e del nucleare, c'è un altro fatto positivo. Non dobbiamo più parlare di quanto siano pericolose le centrali nucleari, degli effetti delle radiazioni, dello iodio radioattivo e dei suoi effetti sulla tiroide.
Ora è arrivato il momento di parlare di energie rinnovabili, quelle pulite, quelle che possono esser prodotte in locale e sfuggire alla logica dei grandi monopoli. Quelle che ci piacciono insomma. La puntata di mercoledì parlerà di questo.
17 giugno 2011
La bufala delle scie chimiche
La prima puntata è stata essenzialmente un'introduzione agli argomenti che abbiamo in mente di trattare durante questo primo ciclo. Verso la fine della puntata abbiamo parlato di una "bufala", ovvero di una notizia scientificamente non provata e diffusa generalmente su internet. Ci sembra un modo leggero ed interessante di concludere la trasmissione e lo faremo ogni volta. Dai cerchi nel grano agli extraterrestri fino ad arrivare al bicarbonato che cura il cancro, ai pop corn che scoppiettano da soli in caso di radiazioni e alle famose "scie chimiche".
La teoria delle scie chimiche prevede che alcune scie lasciate dagli aerei (le normali scie di condensazione) siano in realtà un complesso sistema di smaltimento di rifiuti pericolosi ad alta quota, o un progetto segreto "dei governi" (quali non è dato saperlo) per testare nuove armi o, addirittura, un metodo di controllo mentale delle popolazioni.
La teoria delle scie chimiche prevede che alcune scie lasciate dagli aerei (le normali scie di condensazione) siano in realtà un complesso sistema di smaltimento di rifiuti pericolosi ad alta quota, o un progetto segreto "dei governi" (quali non è dato saperlo) per testare nuove armi o, addirittura, un metodo di controllo mentale delle popolazioni.
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