18 giugno 2011

Il biogas come fonte rinnovabile

La gioia per la vittoria dei referendum è tanta. La bocciatura delle logiche neoliberiste di privatizzazione e sottomissione dei territori e delle nostre stesse vite alla logica perversa dell'accumulazione capitalista è sicuramente un evento di portata storica che apre scenari nuovi e molto interessanti.

Ma per chi vede la cosa dal punto di vista della libera informazione e si è speso per la campagna di sensibilizzazione sulle questioni dell'acqua e del nucleare, c'è un altro fatto positivo. Non dobbiamo più parlare di quanto siano pericolose le centrali nucleari, degli effetti delle radiazioni, dello iodio radioattivo e dei suoi effetti sulla tiroide.

Ora è arrivato il momento di parlare di energie rinnovabili, quelle pulite, quelle che possono esser prodotte in locale e sfuggire alla logica dei grandi monopoli. Quelle che ci piacciono insomma. La puntata di mercoledì parlerà di questo.



Un primo spunto che vi diamo è sulla produzione di biogas.

Le fonti energetiche del futuro debbono rispondere a due caratteristiche: essere rinnovabili, ovvero poter essere riprodotte nel tempo (o praticamente inesauribili come il sole che si spegnerà tra miliardi di anni) ed essere ad "impatto zero", ovvero non produrre anidride carbonica, causa del riscaldamento globale.

L'articolo che proponiamo qui è stato pubblicato su molecular lab, un portale di informazione delle bioscenze ed una comunità virtuale molto affermata. Si parla di produzione di biogas, ovvero di metano, a partire dai batteri. Batteri ed Archea insieme costituiscono, nella classificazione dei viventi, il Regno Monera. Sono praticamente gli organismi padroni del nostro pianeta. Sono ovunque anche se non li vediamo e possono vivere sia in una sorgente d'acqua calda vicino ai 100 °C sia nel ghiacchio o in una salina. Hanno anche la capacità di produrre metano e, a quel che leggiamo da questo articolo, in Germanis stanno  pensando di ottimizzare la cosa per renderlo un processo di produzione industriale.

Ovviamente sappiamo bene che la combustione del metano genera CO2 e quindi non si può definire questa come una soluzione ad impatto zero, è comunque interessante annoverarla.

Un campo interessante quello della produzione industriale a partire da organismi viventi. Un campo in crescita che unisce la produzione industriale alla microbiologia. Chissà se, dopo anni che sentivamo parlare di chimica industriale, il futuro non si trovi proprio nella Biologia Industriale.

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